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Alcune considerazioni iniziali…

La principale motivazione che ci ha spinti a creare questo sito, è la volontà di organizzare un punto di incontro e contatto, inizialmente virtuale, che speriamo possa presto prendere forma  in una esperienza concreta, per coloro che a Genova ed in liguria sentono la necessità di attivarsi personalmente in merito a questioni inerenti la liberazione animale.

Alcune passate esperienze, nello specifico campagne nazionali contro la vendita di capi in pelliccia in alcune catene commerciali, ci avevano permesso di stabilire un contatto con alcune altre realtà e persone che potenzialmente avrebbero voluto organizzarsi sul territorio, senza però aver mai trovato il supporto e la collaborazione di altri nel generare un progetto comune.

Nell’ intraprendere questa esperienza, siamo consapevoli del fatto che esista una profonda ed innegabile connessione tra lo sfruttamento degli animali e le altre forme di oppressione che questa società genera, giustifica ed organizza.

Lo sfruttamento è il motore che permette a questa stessa società di esistere e funzionare, ne olia gli ingranaggi e ne definisce la forma. Sebbene l’oppressione in base alla classe, razza, genere o specie abbia radici storiche complesse e lontane nel tempo,  è con la società capitalista industriale e globalizzata  che la stessa ha raggiunto livelli di specializzazione, meccanicizzazione e diffusione prima impensabili.

Basta  considerare, per esempio, l’odierno processo di macellazione , caratterizzato da velocità e numeri di individui  allevati ed uccisi che sino a qualche decennio fa non sarebbero stati pensabili, o all’industria della pelliccia, che ha saputo rigenerarsi attraverso soluzioni commerciali trovate nel consumo di massa ( inserti in pelo in prodotti di uso comune) e nell’esportazione, o al crescente potere politico ed economico delle multinazionali farmaceutiche, principali responsabili della sofferenza e morte di milioni di esseri senzienti rinchiusi nei laboratori di ricerca.

La ragione è che in questo tipo di società  il valore fondante e fine ultimo dell’azione di aziende, governi e degli altri soggetti economico/politici è il conseguimento di profitti sempre maggiori, la conquista di posizioni di potere ed egemonia sempre più vaste,  il cui raggiungimento impone ritmi, relazioni e tempi non compatibili con i nostri, quelli degli altri animali e del pianeta sul quale viviamo. La liberazione animale e quella della terra sono due facce della medesima medaglia, non riusciamo ad immaginare una reale liberazione delle popolazioni animali mentre sono avvelenate dalla industrializzazione indiscriminata o sterminate dalla deforestazione per fare posto a nuovi complessi turistici, centri commerciali o grandi opere , di qui il proposito di considerare queste due lotte come la stessa, e di porre in esame le proprie responsabilità individuali andando oltre la scelta vegan ( che riteniamo in ogni caso il primo ed inevitabile passo verso un modo di vivere che pesi il meno possibile sulle vite altrui).

Nonostante la complessità estrema di questo quadro, sentiamo la necessità di porre l’accento sulla questione animale e sui profondi legami che la rendono inscindibile dalla struttura gerarchica, oppressiva e nociva che caratterizza l’esistente che intendiamo criticare e combattere.

Anche e soprattutto perché lo sfruttamento degli animali è una forma di oppressione generalmente e trasversalmente accettata . Lo specismo, a differenza di altre forme di discriminazione, viene dai più ignorato, da altri giustificato da una presunta superiorità intellettiva e cognitiva dell’ uman* rispetto agli altri animali, da altri ancora spacciato per “inevitabile” conseguenza della necessità umana di provvedere ai propri bisogni primari.

Per queste ragioni riteniamo importante ricontestualizzare la lotta allo sfruttamento animale in questa società in un progetto più ampio di critica, e comprensione, del sistema che la causa.

Ci piacerebbe che la liberazione animale e della terra torni ad essere un tema affrontato, dibattuto e combattuto, vorremmo vedere più persone disposte a metter in discussione le proprie certezze tentando di comprendere le ragioni di chi ha fatto di questa sensibilità verso gli oppressi tra gli oppressi una urgenza ed una priorità, assistere ad un conflitto oggettivo, reale e diretto alle espressioni dello sfruttamento nelle città in cui viviamo, per poter rendere concreto, rumoroso, fastidioso alle orecchie degli aguzzini il dolore di coloro che ogni giorno nascono, soffrono e muoiono in quelle gabbie.

Parte integrante di questo progetto vuole essere il supporto attivo ai prigionieri eco-animalisti, riteniamo fondamentale che un movimento consapevole riconosca la necessità di manifestare apertamente la propria vicinanza e solidarietà a coloro che hanno deciso di impegnarsi in prima persona per gli animali e la terra, e che ne stanno pagando il prezzo rinchiusi in una cella. La repressione verso questo movimento si sta intensificando ovunque nel mondo, voler ignorare questo fenomeno ci appare non solo politicamente inaccettabile, ma anche  ingenuo strategicamente.

Senza un supporto reale, costante, complice ed organizzato saremo sempre più soli davanti alla repressione, ed ogni possibilità di successo si sgretolerebbe sul nascere. Allo stesso tempo, ci appare poco sensato lottare per distruggere per sempre le gabbie che imprigionano gli animali, senza considerare la necessaria distruzione di quelle che imprigionano altr* uman*, a nostro modo di vedere l’istituzione carceraria si palesa come espressione dell’arroganza di coloro in posizioni di potere per mantenere l’ ordine delle cose inalterato (condizione degli animali inclusa), e come tale va combattuta.

Sembrerebbe superfluo precisarlo, ma considerata una tendenza latente di certi soggetti a prendere parte alle iniziative animaliste o ecologiste sentiamo di ribadire, ora e subito, che in nessun caso potremmo tollerare di condividere momenti di piazza, di dibattito o confronto con chiunque nutra simpatia, affinità o semplice indifferenza verso “idee” fascistoidi, razziste, sessiste o omofobe.

Allo stesso tempo non riteniamo comprensibile l’atteggiamento di coloro che decidono di affidare la gestione della propria rabbia ad associazioni, politici o partiti: le istituzioni sono i pilastri sui quali la società dell’oppressione si regge, senza metterle in discussione è difficilmente progettabile una reale prospettiva di cambiamento per gli animali, umani e non.

Ci piacerebbe, in definitiva, che questo gruppo servisse a catalizzare energie provenienti da diverse parti, che divenga un occasione per generare momenti di discussione, crescita e condivisione , nell’ottica e con la voglia di raggiungere una maggiore consapevolezza personale e collettiva.

Questo testo vuole essere un breve spunto, un invito senza alcuna pretesa, per chiunque abbia voglia di mettere a disposizione il proprio tempo e le proprie energie, la propria passione e la propria volontà, nei propri limiti e con i propri modi.

Le motivazioni per farlo sono davanti agli occhi di tutti, e dietro alle coscienze di molti. Di motivi ve ne sono milioni, sono in questo momento rinchiusi in minuscole gabbie metalliche con una manciata di centimetri a disposizione per produrre uova, in attesa di essere sgozzati ancora coscienti in un mattatoio o gassati in camere a gas per poi essere scuoiati e divenire un colletto di pelo, si trovano incatenati in preda al panico dopo essere stati sottratti alla propria madre a pochi minuti dalla nascita o dopo essere stati brutalmente rapiti dalla foresta , sottoposti ad atroci sevizie per divenire fenomeni da baraccone. Per queste e molte altre motivazioni, pensiamo non sia possibile aspettare che siano altri a farlo per noi, crediamo sia necessario attivarsi in prima persona ed iniziare a creare la realtà che vorremmo vedere…

 

Per la liberazione animale e della terra.

Posted in attivismo, liberazione animale.