In una società sempre più alienata ed ostile verso quelle manifestazioni di umanità che ancora, timidamente, tentano di emergere nonostante tutto, incredibilmente sentimenti quali compassione ed empatia verso gli altri, si tratti di esseri umani o non, spesso suscitano irritazione, rabbia e rancore.
Capita quindi che nella cittadina ligure di Savona, un manipolo di cittadini indignati abbia deciso di insorgere ( raccogliendo firme e presentandole in comune) contro un’anziana signora che si permetteva di disturbare la quiete pubblica offrendo del cibo a dei piccioni sul suo terrazzo e nella piazza antistante la sua abitazione. Nonostante minacce, avvertimenti e numerose multe questa persona ha continuato con quello che riteneva un gesto innocuo, nonché giusto e comprensibile, contribuire al sostentamento di questi animali che hanno saputo con il tempo adattarsi al contesto urbano, e popolarlo in larghi numeri, e che per molti individui come gli anziani, che sono progressivamente emarginati ed isolati nelle città, rappresentano compagnia e consolazione dalla solitudine . La perseveranza della signora avrebbe spinto, sembra, le autorità locali a predisporre il ricovero coatto ( TSO – Trattamento Sanitario Obbligatorio*) presso una struttura per anziani, ed alla confisca dei suoi beni per poter ripagare i presunti danni che gli uccelli avrebbero provocato nella zona.
Alcuni volontari animalisti locali avrebbero tentato la mediazione, proponendo che la signora fosse autorizzata a nutrire i piccioni nel vicino torrente, ma chiaramente a nessuno è interessato spendere tempo ed energie per permettere ad una persona che ama passare il proprio tempo nutrendo animali che per la maggior parte della società non sono che un fastidio di continuare a farlo, e si è pensato che internarla contro il proprio volere e confiscarle i beni fosse una soluzione idonea .
In questa società dove proprietà e profitto sono divenuti i valori che regolano le nostre vite e determinano la dimensione della nostra moralità, ogni gesto fuori dalla logica della produttività e della funzionalità va sanzionato, fermato, reindirizzato sulla retta via non importa come.
Noi continuiamo a pensare che compassione ed empatia siano elementi indistinti dal nostro “essere umani”, intendendo questi termini non come semplice qualifica della nostra specie. Che ogni essere vivente, sia esso un piccione, un bambino o un cavallo, sia in grado di percepire dolore, sofferenza e fame, e che sia non solo comprensibile, ma “umano” che vi siano individui che decidono di aiutarne altri se è nelle loro possibilità.
Che la “variabile sacrificabile” non siano ( e debbano smettere di essere considerati) gli animali, ma quel mondo di ferro, cemento e veleni che abbiamo costruito su questo pianeta, e dove molti di loro non possono far altro che morire, o cercare di adattarsi.
Qui il link di un articolo, tratto da un quotidiano locale, sulla vicenda.
*TSO : si tratta della possibilità da parte delle autorità, su giudizio di un medico ,di disporre del ricovero coatto di una persona considerata socialmente pericolosa in una struttura di cura e di sottoporre la stessa ad un procedimento terapeutico che varia da soggetto a soggetto, ma che prevede la somministrazione forzata di medicinali di vario genere.
Nel pratico significa che in modo totalmente arbitrario, autorità locali possono ordinare un ricovero coatto di qualsiasi indesiderato /a, si tratti di tossicodipendenti, di senzatetto, di una signora che nutre piccioni o di uno /a qualsiasi di noi che per qualsiasi, svariata ragione, possa manifestare la propria rabbia o frustrazione in maniera un pò troppo rumorosa e plateale, forzarlo /a a letto, imbottirlo /a di psicofarmaci, tranquillanti ed altre sostanze, provocando danni psicologici e psichiatrici che si sono spesso rivelati permanenti ed irreversibili.